Dove si trova la Stella Polare?

La prima volta che mi sono fermata in una serata serena a Campo Rosso mi sono meravigliata della stellata notturna che si gode tutto intorno all’agriturismo, spegnendo tutte le luci della casa miriadi di stelle si affacciano nel cielo blu, luccicano tremolano e ti fanno girare la testa, piegare il collo e inarcare la schiena nel tentativo di abbracciare con lo sguardo tutto l’orizzonte, provando a riconoscere le costellazioni e a distinguere la via lattea. Ebbene si qui da noi si vede benissimo la Via Lattea

Giovedì scorso l’aria della notte era ancora tiepida e io e mia figlia non avevamo ancora voglia di andare a letto, ci siamo dette ma com’è che non conosciamo le costellazioni? Io conoscevo Cassiopea e il Grande Carro non era possibile non individuarlo campeggiante a nord verso la Bidentina, ma le altre? La stella Polare qual’è?

La tecnologia ci è venuta in aiuto, ho scaricato con lo smartphone la panoramica del cielo di Luglio e ci siamo messe a naso in su ad additare le stelle, la ricerca dopo molte discussioni ha dato i suoi frutti, la costellazione del Cigno, Deneb, Vega, Altair, il Triangolo Estivo, Cefeo, il Piccolo Carro e finalmente la Stella Polare!
Abbiamo imparato che l’Orsa Maggiore (in latino Ursa Major) è una costellazione tipica dei cieli boreali; le sue sette stelle più luminose, raggruppate nel famoso asterismo del Grande Carro, sono visibili per tutto l’anno nell’emisfero nord, e non tramontano mai a nord del 41°N (la latitudine di Napoli, Madrid e New York). Il riferimento ad un orso (le quattro stelle orientali) inseguito da tre cacciatori (le tre di coda) è probabilmente il più antico mito a cui l’umanità faccia ancora riferimento in Nord America è il Grande mestolo, nel Regno Unito è l’Aratro, Septem triones, cioè i sette buoi, è invece il termine con cui gli antichi Romani definivano le sette stelle dell’Orsa Maggiore, descrivendone il loro lento movimento attorno alla stella polare. Da qui l’origine del termine settentrione, cioè nord.

Una serata speciale e dopo un ora a guardare le stelle siamo andate a letto con le finestre aperte cullate dal frinire dei grilli e dallo scosciare argentino del Torrente Suasia.

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